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Il mio no al Referendum del 4 dicembre 2016


Ho tanti motivi per esprimere un NO! Al Referendum che si terrà in tutta Italia il giorno 4 dicembre

prossimo venturo. Potrei dire che No! Perché il Presidente del Consiglio ha proposto di impiantare

in tante Regioni della Penisola ed in Sardegna impianti che Bruciano il futuro dell'ambiente e quindi

mettono a repentaglio la salute degli italiani. Potrei dire No! Perché non è vero che il Referendum

porterà una importante riduzione della spesa per la “politica” e non migliorerà la macchina

legislativo – burocratiche, vero tallone di Achille dell'Italia tutta. Il vero e il primo motivo che mi dà la motivazione a dire No! È che nella modifica ai 47 articoli

della Costituzione, vi è anche la semplificazione a “dichiarare la Guerra”!!

Molti di noi italiani hanno dimenticato che 17 anni or sono, era il 1999, l'Italia entrò in Guerra a

pochi chilometri dal suolo patrio. Il Governo italiano di allora, era primo ministro Massimo

D'Alema, scelse di bombardare nei Balcani, nel Kosovo!! Fino ad allora avevo solo sentito parlare

di Guerra per bocca dei miei genitori, vissero i drammatici bombardamenti della Città di Cagliari

della Seconda Guerra Mondiale. Quei racconti di Guerra, che avevano pervaso la mia

immaginazione quando vedevo i films al Cinema o i filmati storici alla televisione, sono diventati

reali e concreti durante i venti giorni che ho vissuto in Kosovo proprio nel 1999. Alla fine di agosto

di quell'anno, partii come primo operatore Sanitario per avviare il progetto sanitario di Caritas

Sardegna in favore delle popolazioni dei Balcani stremate dalle persecuzioni di pulizia etnica e dalle

bombe della Nato (bombe anche italiane e fabbricate in Sardegna ?!!). Partii con due Logisti S.

Melis e P. Bianco (due belle persone !!). Il lungo viaggio alla guida di due fuoristrada, stracarichi di

materiali per la buona riuscita della missione, ci portò ad attraversare il mar di Sardegna, lo Ionio

fino alla Grecia, questa Nazione la percorremmo dal mare fin su le montagne per poi scendere verso la Macedonia. Furono tre giorni di incontro con i migranti che al porto di Igoumenista in Grecia si nascondeva dentro i Tir provenienti da ogni dove dell'Europa. In Kosovo nella regione di Pristina

dovevamo arrivare il prima possibile e soprattutto era consigliato arrivare prima del coprifuoco

notturno che scattava alle 21,30. Arrivammo a destinazione intorno alle 22,00 e si fece appena in

tempo ad evitare la ronda del Carro armato che ogni sera svoltava davanti la casa che ci avevano

riservato per l'alloggio. Nei giorni che seguirono ho incontrato uomini, donne, giovani e bambini

che erano riamasti per giorni chiusi nella piccola chiesa cattolica del luogo, sotto sequestro con le

armi automatiche puntate dei Serbi, in attesa che venisse pagato il riscatto. In Ambulatorio si

presentavano persone ferite nell'anima e nella mente, le loro paure si materializzavano: erano ferite

per le quali le nostre bende e garze non erano adeguate....Furono di grande aiuto per noi alcuni

giovani e una cara religiosa. Esse ci aiutarono nel tradurre tanti del luogo che parlavano solo in

lingua serba o albanese – kosovaro. Fu nostra grande soddisfazione quando ci trovammo ad

accogliere soldati di varie Nazioni che avendo saputo del nostro Ambulatorio chiesero di essere

visitati (o meglio ascoltati...perché anche loro avevano sofferto la Guerra !!). Ho incontrato tanti

giovani che avevano combattuto come partigiani per il loro Kosovo libero e indipendente, giovani

pieni di desiderio di Pace, di un Europa madre e non matrigna !! Ecco un piccolo effetto della

guerra: il telefono satellitare che avevamo in dotazione faceva le bizze: per i primi 10 giorni non ho

potuto comunicare con mia moglie e i 4 nostri figli. Altrettanto accadde a chi era con me.

Ho attraversato in auto quasi tutto il Kosovo ed ho visto la distruzione che hanno causato i

bombardamenti, le facciate delle case segnata dalle mitragliatrici, la distruzione dei ponti

indispensabili per la popolazione. Quello che mi colpì e mi colpisce ancora oggi profondamente, fu

l'apprendere che si impediva a bambini e giovani di leggere e studiare, furono bruciati i loro libri i

loro quaderni, le loro scuole. La Guerra priva le persone di tante cose, ma essere privati del diritto

di studiare, di imparare a leggere e scrivere la propria lingua è una violenza bestiale!!

Con queste poche righe ho voluto dirvi il motivo del mio No !! al Referendum del 4 dicembre 2016.


Bosa 28 settembre 2016 Mario Fiumene

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