Il mio no al Referendum del 4 dicembre 2016
- Mario Fiumene
- 28 set 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Ho tanti motivi per esprimere un NO! Al Referendum che si terrà in tutta Italia il giorno 4 dicembre
prossimo venturo. Potrei dire che No! Perché il Presidente del Consiglio ha proposto di impiantare
in tante Regioni della Penisola ed in Sardegna impianti che Bruciano il futuro dell'ambiente e quindi
mettono a repentaglio la salute degli italiani. Potrei dire No! Perché non è vero che il Referendum
porterà una importante riduzione della spesa per la “politica” e non migliorerà la macchina
legislativo – burocratiche, vero tallone di Achille dell'Italia tutta. Il vero e il primo motivo che mi dà la motivazione a dire No! È che nella modifica ai 47 articoli
della Costituzione, vi è anche la semplificazione a “dichiarare la Guerra”!!
Molti di noi italiani hanno dimenticato che 17 anni or sono, era il 1999, l'Italia entrò in Guerra a
pochi chilometri dal suolo patrio. Il Governo italiano di allora, era primo ministro Massimo
D'Alema, scelse di bombardare nei Balcani, nel Kosovo!! Fino ad allora avevo solo sentito parlare
di Guerra per bocca dei miei genitori, vissero i drammatici bombardamenti della Città di Cagliari
della Seconda Guerra Mondiale. Quei racconti di Guerra, che avevano pervaso la mia
immaginazione quando vedevo i films al Cinema o i filmati storici alla televisione, sono diventati
reali e concreti durante i venti giorni che ho vissuto in Kosovo proprio nel 1999. Alla fine di agosto
di quell'anno, partii come primo operatore Sanitario per avviare il progetto sanitario di Caritas
Sardegna in favore delle popolazioni dei Balcani stremate dalle persecuzioni di pulizia etnica e dalle
bombe della Nato (bombe anche italiane e fabbricate in Sardegna ?!!). Partii con due Logisti S.
Melis e P. Bianco (due belle persone !!). Il lungo viaggio alla guida di due fuoristrada, stracarichi di
materiali per la buona riuscita della missione, ci portò ad attraversare il mar di Sardegna, lo Ionio
fino alla Grecia, questa Nazione la percorremmo dal mare fin su le montagne per poi scendere verso la Macedonia. Furono tre giorni di incontro con i migranti che al porto di Igoumenista in Grecia si nascondeva dentro i Tir provenienti da ogni dove dell'Europa. In Kosovo nella regione di Pristina
dovevamo arrivare il prima possibile e soprattutto era consigliato arrivare prima del coprifuoco
notturno che scattava alle 21,30. Arrivammo a destinazione intorno alle 22,00 e si fece appena in
tempo ad evitare la ronda del Carro armato che ogni sera svoltava davanti la casa che ci avevano
riservato per l'alloggio. Nei giorni che seguirono ho incontrato uomini, donne, giovani e bambini
che erano riamasti per giorni chiusi nella piccola chiesa cattolica del luogo, sotto sequestro con le
armi automatiche puntate dei Serbi, in attesa che venisse pagato il riscatto. In Ambulatorio si
presentavano persone ferite nell'anima e nella mente, le loro paure si materializzavano: erano ferite
per le quali le nostre bende e garze non erano adeguate....Furono di grande aiuto per noi alcuni
giovani e una cara religiosa. Esse ci aiutarono nel tradurre tanti del luogo che parlavano solo in
lingua serba o albanese – kosovaro. Fu nostra grande soddisfazione quando ci trovammo ad
accogliere soldati di varie Nazioni che avendo saputo del nostro Ambulatorio chiesero di essere
visitati (o meglio ascoltati...perché anche loro avevano sofferto la Guerra !!). Ho incontrato tanti
giovani che avevano combattuto come partigiani per il loro Kosovo libero e indipendente, giovani
pieni di desiderio di Pace, di un Europa madre e non matrigna !! Ecco un piccolo effetto della
guerra: il telefono satellitare che avevamo in dotazione faceva le bizze: per i primi 10 giorni non ho
potuto comunicare con mia moglie e i 4 nostri figli. Altrettanto accadde a chi era con me.
Ho attraversato in auto quasi tutto il Kosovo ed ho visto la distruzione che hanno causato i
bombardamenti, le facciate delle case segnata dalle mitragliatrici, la distruzione dei ponti
indispensabili per la popolazione. Quello che mi colpì e mi colpisce ancora oggi profondamente, fu
l'apprendere che si impediva a bambini e giovani di leggere e studiare, furono bruciati i loro libri i
loro quaderni, le loro scuole. La Guerra priva le persone di tante cose, ma essere privati del diritto
di studiare, di imparare a leggere e scrivere la propria lingua è una violenza bestiale!!
Con queste poche righe ho voluto dirvi il motivo del mio No !! al Referendum del 4 dicembre 2016.
Bosa 28 settembre 2016 Mario Fiumene