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Bagatelle, sciocchezzuole


I latini dicevano: giornata da segnare con una pietruzza nera. Per dire una giornata di sciagure. Per la Sardegna giornata nera. Il Governo a stragrande maggioranza PD impugna praticamente tutte le manovre finanziarie del 2016 proposte e portate alla approvazione di un Consiglio ubbidiente da parte del professorino Paci. Delle manovre non resta pietra su pietra . Ma il sempre più togo assessore Paci dice che trovarsi praticamente senza bilancio e comunque smentito in tutte le sue argomentazioni a difesa sono robitalla. Sciocchi fatti formali. Come se la produzione legislativa non fosse sostanza soprattutto per la forma adeguata che rende esigibili i diritti e doveri dei singoli e della comunità. Un docente universitario che non capisce questi principi fondanti dell'ordinamento deve essere destinato non a fare l'assessore; ma a mansioni meno impegnative ove non abbia possibilità di fare ulteriori danni. Alla Sardegna e ai possibili allievi. Sta di fatto che il Governo dice che i bilanci devono chiudere in pareggio. E che non può essere un Paci qualsiasi a dire che le istituzioni repubblicane possano derogare a questo universale principio che norma il giusto equilibrio nei rapporti del vivere civile. Ma troppi si stracciato le vesti, a partirà dall'assessore dei lavori pubnlico che fa un lungo elenco di prevaricazioni dello stato contro la Sardegna. Anzi contro questa Giunta Regionale. Si dimentica che il Governo che ha o avrebbe perpetrato questa infamante somma di nequizie é fondato e diretto da una de bordate maggioranza del PD. E che la Giunta di cui continua a far parte è retta sempre da amplia maggioranza del PD che diventerà ancora più forte quando dovesse portare a compimento il rimpasto della medesima Giunta. E che nel mondo della politica isolana tutti dicono che il suo atteggiamento remisivo e parolaio ha due motivazioni. La prima il suo accordo con una parte del PD per essere proposto è supportato per la corsa alla presidenza della Regione. La seconda perché in questo accordo noto a tutti per atti e per fatti c'è anche il lasciare mano libera nell'assessorato dei lavori pubblici ridotto a essere una sorta di zona franca del professor Maninchedda. Quando si aggiunga che il PD ha fatto una scelta totale senza eccezioni apprezzabili dei suoi gruppi dirigenti per attaccare i fondamenti statutari della Autonomia Speciale le conseguenze dovrebbero essere ben altre che quelle che lui trae nella pratica e nella sua teorizzazione della chiamata solidale tra i Sardi contro un indefinito nemico. I governi e le giunte regionali hanno nomi ,cognomi e indirizzi. A Roma come in Sardegna. E nel tempo contingente si chiama in larga misura PD. Per maggior pregio si levano voci in casa PD , il consigliere Sabatini ,che dicono due cose. La prima dopo tre anni si accorge che RossoMori aveva ragione a denunciare come disastrosa la conduzione e la conclusione della vertenza entrate. Disastrosa perché ha portato con protocollo firmato dal presidente della giunta a una riduzione netta delle entrate per oltre un miliardo e mezzo. Perché è stato assunto e poi realizzato l'impegno di ritirare ricorsi pendenti presso la Consulta con perdite conseguenti di circa un miliardo. E in più la beffa di vedersi applicate in Sardegna norme giudicate dalla stessa Consulta incostituzionali, su ricorso di altre Regioni. La seconda dice che i ritardi della spesa siano dovuti alla scarsa qualità se non al sabotaggio degli apparati della pubblica amministrazione regionale e dei suoi enti. Immagino volesse riferirsi più che altro ai dirigenti. I sindacati esistono per tutelare i propri iscritti e se lo vorranno fare aiuteranno anche il popolo minuto a capire il perché di queste nuove dinamiche autodistruttive che prendono corpo dentro la maggioranza. Per parte nostra vorremmo richiamare solo due fatti e le relative conseguenze. Prima questione grande come una montagna per una giunta di tecnici in particolare il super tecnico professorino Paci. Se per tre anni la legge finanziaria e il bilancio vengono presentati invece che a settembre come prevede la legge,a fine anno e di conseguenza si va a esercizio provvisorio per tre o quattro mesi ne risulta che gli impegni di spesa che la Amministrazione deve assumere slittano almeno dello stesso tempo. Più i tempi tecnici intermedi. Ora questa scelta sciagurata e poco tecnica in quanto crea inefficienza ha portato a uno scorrimento di impegni e pagamenti per almeno un anno contabile e finanziario. Si renderà mai conto il professorino di quante sofferenze di persone e famiglie e imprese hanno dovuto patire per sua incommensurabile colpa. Ci dirà che sono formalità. Infatti si tratta di numeri. Crediamo che le persone in carne ed ossa non facciano parte del duo mondo. Richiamando a questo punto anche la responsabilità del consigliere Sabattini, presidente della commissione bilancio, PD. La seconda questione riguarda il richiamo alla possibilità di rivendicare dal Governo quanto la Giunta si è impegnata a non richiedere e meno ancora aformare ricorso. Nel merito si solleva la questione della ammissione al riparto del fondo nazionale per le province. Vorrei ricordare che la esclusione delle province sarde dura da almeno il tempo della riforma delle autonomie locali. Quella proposta da Erriu che nessuno vuole in.alcun modo più riconoscere come propria. E che la Consulta si è pronunciata su ricorso della Regione Veneto e che questa Giunta ben si è guardata da impugnare. Vorrei ricordare che quanto agli accantonamenti oltre le osservazioni pubbliche e formali di RossoMori a chiarimento sono intervenuti autorevoli esperti di finanza pubblica per esporre le conseguenze di una delega senza limiti alla azione unilaterale del Governo. Ma i tre della stazione di comando hanno deciso di andare avanti ritenendo più utili contrarre un miliardo e trecento milioni di mutui. Mi fa un certo effetto se penso che tutta la sottomissione e gli oportunismi accomodati posono essere stati determinati dal peso diretto e indiretto dell'ex presidente Renzi e del riconoscimento per troppo tempo della sua presunta invincibilita . Poi è venuto il referendum. E tutto quel che vuole e può significare. Restare incoerenti rispetto alla realtà può portare altre e più pesanti conseguenze a danno del Popolo Sardo. Per quanto ci riguarda abbiamo fatto le scelte che abbiamo ritenuto giuste e indifferibili. Cercheremo di costruire alternative di governo con le forze democratiche che si rifanno al Sardismo primigenio. E insieme a chi tiene a una Sardegna che si autodetrrmina daremo il nostro impegno di positivi federatori.


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